Laboratorio pittura per Bambini

- Laboratorio di pittura, narrazione e gioco espressivo per bambini dai 4 ai 6 anni;
- Laboratorio di pittura, narrazione e gioco espressivo e cooperativo per bambini dai 6 agli 8 anni;
- Laboratorio di pittura, narrazione e gioco espressivo e cooperativo per bambini dai 9 agli 11 anni.

Laboratorio Bambini dai 4 ai 6 anni

Nel magico mondo del Colore: pittura, fiabe e gioco.
Laboratorio di pittura, narrazione e gioco espressivo per bambini dai 4 ai 6 anni.

DESTINATARI
Il presente modulo di laboratorio si rivolge a bambini dai 4 ai 6 anni.
Il numero dei partecipanti prevede un minimo di 8 e un massimo di 15.

CONTESTO E SPAZI
Il presente laboratorio può essere realizzato in un locale o in un’aula sia presso le scuole materne, che presso servizi extrascolastici (ad es. Centri Culturali, biblioteche, eccetera).

TEMPI
5 incontri di 1,5 ore ciascuno.

CONTENUTI ED ATTIVITA’
Un tappeto volante condurrà i bambini in un luogo ove ascolteranno i racconti fantastici dei materiali che lavoreranno alla ricerca di forme nuove e creative e nel rispetto delle regole insite nella natura stessa del materiale. Ognuno, una volta terminata l’esperienza della propria creazione artistica, racconterà tutto ciò che la riguarda.

La pittura con l’acquerello
E’ importante che i bambini possano iniziare presto ad esprimere nella pittura la propria fantasia creativa prima che l’avanzare della razionalità ne attenui l’entusiasmo della scoperta.

Per sperimentare appieno il mondo cromatico bisogna partire dal colore stesso con esercizi puramente cromatici, separando l’elemento pittorico dal disegno. I bambini scoprono i fenomeni fondamentali della pittura attraverso giochi e racconti che permettono loro di immedesimarsi in modo spontaneo, ma anche profondo, negli “atteggiamenti” propri di ogni colore.
- Giochi di colori puri e complementari
- Accordi “caratteristici”, accordi “forti”, accordi “monotoni” di colori
- Il Cerchio dei colori
- Dipinti liberi.

La narrazione
Attraverso le filastrocche i bambini colgono l’elemento ritmico-musicale, mentre la parola non viene afferrata tanto per il suo significato, ma di più nella sua qualità di suono. Nel girotondo sperimentano in gruppo semplici canti e danze e giochi ritmici con le mani, con i piedi e con le dita; “dita abili producono abilità di pensiero mobile”.

Il bambino della scuola materna afferra il suo ambiente con le dita; l’agile mobilità delle dita crea il presupposto della parola. Nell’esplorare il mondo, ne conosce le strutture; più tardi, nell’ambito del pensiero, sviluppa i concetti. L’azione esterna corrisponde sempre ad un’intensa attività interiore; tanto più tale attività è raffinata, tanto più lo è anche il pensiero.

Un tempo la saggezza veniva tramandata in forma di immagini attraverso rapsodi, cantastorie e narratori. Oggi è diffusamente riconosciuto l’alto valore educativo delle fiabe e dei racconti popolari, tratti sia della propria cultura che da quella di altri popoli; quelli più semplici sono particolarmente adatti ai bambini dai 4 ai 6 anni.
La fiaba, in particolare, rivela con un’evidenza assoluta, che non ha riscontro in altri generi letterari, l’aspetto più profondo dell’interiorità dei protagonisti e consente al bambino di acquisire una conoscenza dell’umanità altrimenti inaccessibile, facendo nascere in lui il senso della giustizia e dell’ingiustizia.

Il gioco espressivo
Nello stesso istante in cui il bambino comincia a pensare, si risveglia anche la fantasia infantile. E se pensiero e fantasia possono crescere e maturare insieme, si trasformano in “pensiero creativo”, un pensiero che affronterà il futuro in modo creativo. Sino ai 4 anni circa il bambino è quasi costantemente in movimento, e il suo modo di giocare non è programmato, perché prende le mosse sempre da qualcosa che c’è intorno a lui. Un ulteriore passo nello sviluppo della fantasia del bambino si manifesta nel momento in cui il gioco nasce da un’idea. Prima il bambino inventa il gioco, poi va a cercare le cose che gli servono per farlo; affiora un elemento ulteriore che evolve gradualmente verso la “progettazione per immagini”: lo spazio di gioco viene trasferito dall’esterno verso l’interno. Indagando il rapporto fra il gioco creativo e pieno di fantasia tipico dell’asilo e il successivo comportamento dei bambini a scuola, si constata che il gioco rafforza le capacità cognitive che si impiegheranno poi a scuola.
Nel contesto di questo laboratorio, il gioco si propone come situazione di collaborazione reciproca tra adulto e bambino, ove entrambi possano sentirsi attivi. Il bambino è come un magnete che coglie tutte le informazioni dell’ambiente che riesce a captare. L’intervento di animazione dell’adulto nell’incontro con i bambini tra i 4 ed i 6 anni serve soprattutto di stimolo alla creazione di rapporti personali con tutto ciò che il gruppo dei partecipanti, le fiabe, la società, l’ambiente, eccetera possono suscitare, favorendo la loro iniziativa e incoraggiandoli a formulare delle loro proposte. In tale fase di sviluppo il confine tra realtà e fantasia non è ancora molto ben definito: l’“assurdo” che spesso emerge nei loro lavori e nelle loro spiegazioni non significa che essi non capiscano o non conoscano, ma che essi attraverso la fantasia considerano i fenomeni che l’ambiente offre loro, le nuove situazioni in cui vengono a trovarsi, le persone che incontrano e se stessi. Il modo fantastico di spiegare le cose permette loro di nominarle per essere capiti dagli adulti e nello stesso tempo di non distruggerne la misteriosità creativa. Il loro linguaggio e il loro comportamento sono ancora molto individuali. Tutte le persone hanno il desiderio e l’esigenza di comunicare tra di loro; ciò avviene già nella prima infanzia ed il primo modo di avere contatti con l’esterno è il gioco. Il gioco espressivo-drammatico serve ad arricchire e stimolare il suo sviluppo e lo aiuta ad esprimere se stesso, anche in presenza ed in rapporto con il gruppo. Le proposte-stimolo partiranno dai temi narrati: filastrocche, canti e danze, giochi con il corpo, fiabe, racconti e poesie.

Contattatemi senza impegno per maggiori informazioni.

Laboratorio Bambini dai 6 agli 8 anni

Fiabe in punta di… pennello!.
Laboratorio di pittura, narrazione, gioco espressivo e cooperativo per bambini dai 6 agli 8 anni.

DESTINATARI
Il presente laboratorio si rivolge a bambini dai 6 agli 8 anni (1° ciclo scuole elementari).
Il numero dei partecipanti prevede un minimo di 8 e un massimo di 15 (oppure di più partecipanti presso le scuole se vi è la compresenza di un insegnante di classe).

CONTESTO E SPAZI
Il presente laboratorio può essere realizzato in un locale o in un’aula sia presso le scuole elementari, che presso servizi extrascolastici (ad es. Centri Culturali, biblioteche, eccetera).

TEMPI
1° modulo (Propedeutica all’utilizzo dei colori/Fiabe popolari e racconti sugli esseri elementari della natura/Gioco espressivo e cooperativo):
8 incontri di 2 ore ciascuno.
2° modulo (L’espressione dei colori nelle fiabe, nelle favole, nelle leggende, nei racconti/Favole di animali e leggende di uomini/Gioco espressivo e cooperativo):
8 incontri di 2 ore ciascuno.

CONTENUTI ED ATTIVITA’
Un tappeto volante condurrà i bambini in un luogo ove ascolteranno i racconti fantastici dei materiali che lavoreranno alla ricerca di forme nuove e creative e nel rispetto delle regole insite nella natura stessa del materiale. Ognuno, una volta terminata l’esperienza della propria creazione artistica, racconterà tutto ciò che la riguarda.

La pittura con l’acquerello
E’ importante che i bambini possano iniziare presto ad esprimere nella pittura la propria fantasia creativa prima che l’avanzare della razionalità ne attenui l’entusiasmo della scoperta.

Per sperimentare appieno il mondo cromatico bisogna partire dal colore stesso con esercizi puramente cromatici, separando l’elemento pittorico dal disegno. I bambini scoprono i fenomeni fondamentali della pittura attraverso giochi e racconti che permettono loro di immedesimarsi in modo spontaneo, ma anche profondo, negli “atteggiamenti” propri di ogni colore.

Quando i partecipanti avranno acquisito il senso della tonalità, degli spazi e degli accordi tra i diversi colori, si potrà giungere all’estressione pittorica di atmosfere ispirate ad alcune fiabe, favole e racconti.

1° modulo:
- Giochi di colori puri e complementari
- Accordi “caratteristici”, accordi “forti”, accordi “monotoni” di colori
- Il Cerchio dei colori
- Dipinti liberi.

2° modulo:
- Diverse atmosfere interiori suscitate dall’ascolto di fiabe, favole, leggende, racconti, rese visibili attraverso i colori: dipinti guidati e dipinti liberi.

La narrazione
Nel cerchio di gruppo i bambini sperimentano semplici canti e danze e accompagnano la recita di poesie e filastrocche a giochi ritmici con le mani, con i piedi e con le dita; “dita abili producono abilità di pensiero mobile”. L’agile mobilità delle dita crea il presupposto dello sviluppo del linguaggio e dell’attività cognitiva. Nell’esplorare il mondo, il bambino ne conosce le strutture e, nell’ambito del pensiero, ne sviluppa i concetti, esprimendole attraverso il linguaggio. L’azione di movimento esterno corrisponde sempre ad un’intensa attività interiore; tanto più tale attività è raffinata, tanto più si sviluppa in tale direzione anche il pensiero. Un tempo la saggezza veniva tramandata in forma di immagini attraverso rapsodi, cantastorie e narratori. Oggi è diffusamente riconosciuto l’alto valore educativo delle fiabe e dei racconti popolari, tratti sia della propria cultura che da quella di altri popoli.

1° modulo:
- La fiaba, in particolare, rivela con un’evidenza assoluta, che non ha riscontro in altri generi letterari, l’aspetto più profondo dell’interiorità dei protagonisti e consente al bambino di acquisire una conoscenza dell’umanità altrimenti inaccessibile, facendo nascere in lui il senso della giustizia e dell’ingiustizia. La fiaba è un’opera d’arte, e va goduta come tale. Ogni opera d’arte ha una sua legge intrinseca, e così la fiaba, che segue appunto le grandi leggi del divenire umano. L’anima umana è la protagonista che vive il dramma dell’umanità e noi assistiamo, o meglio partecipiamo alle sue prove, ai suoi errori e ai suoi superamenti quando ascoltiamo o raccontiamo fiabe.
- Accanto alle fiabe, vengono portari racconti che si ispirano a rappresentazioni del mondo esteriore: la grandezza del cielo, la maestosità delle stelle, la bellezza dei fiori sono messe in rilievo sotto forma di storie imperniate su animate conversazioni che esseri dei quattro elementi naturali (terra, aria, acqua e calore) si scambiano tra di loro. In questa età il bambino non è contemplatore ideale della natura, ma ammiratore di bei panorami: egli vive immerso nella natura, partecipa con tutto il suo essere alla vita che lo circonda, vi si immedesima; gli elementi dei “mondi” minerale, vegetale e animale gli trasmettono le più svariate sensazioni e per lui è del tutto naturale che essi parlino come egli stesso parla.

2° modulo:
- Favole e storie di animali: intorno agli 8 anni il bambino è ancora intimamente legato all’ambiente che lo circonda ed acquisisce la migliore conoscenza dagli animali quando essi parlano e agiscono vivamente secondo la loro natura. Anche noi adulti avvertiamo la segreta affinità tra il nostro essere più profondo e gli animali: la vediamo nei gesti delle persone, nei movimenti, nella postura, nella figura corporea e ne prendiamo spunto per caratterizzarne le azioni (“ha un coraggio da leone”, “è pauroso come un coniglio”). Gli animali delle favole diventano per noi immagini di qualità umane interiori che assumono forma concreta. Le favole esprimono quanto ogni qualità umana può sorgerci dinnanzi sotto l’aspetto di un ben determinato animale, e quanto l’intero mondo animale, quale possibilità di manifestazione animica, giace nell’intimo dell’essere umano. La favola ci insegna il modo di armonizzare queste forze, ci fa sentire che l’uomo può elevarsi al di sopra del “regno” animale: l’astuzia della volpe può diventare sagacia riflessiva, la paura del coniglio può diventare prudenza; partendo dal sentimento, dal vissuto interiore, le favole stimolano la volontà, l’intenzionalità del bambino.
- Contemporaneamente alle favole, si raccontano ai bambini leggende in cui l’immagine dell’uomo viene sperimentata nella sua ricerca della perfezione (ad esempio: San Giorgio, vittorioso sul drago, immagine dell’oscuro che è dentro di noi; San Francesco, che con la sua forza interiore e la sua conquistata mansuetudine rende mansueto il lupo) ed offrono al bambino immagini significative di crescita e di evoluzione interiore.

Il gioco espressivo
Nel contesto di questo laboratorio, il gioco espressivo-drammatico si propone come situazione di collaborazione reciproca tra adulto e bambino, ove entrambi possano sentirsi attivi. Non si tratta di una attività solo puramente ricreativa; è un mezzo di espressione e di comunicazione.Il gioco espressivo serve ad arricchire e stimolare il suo sviluppo e lo aiuta ad esprimere se stesso, anche in presenza ed in rapporto con il gruppo.

Il gioco espressivo-drammatico non è una terapia psichica. Il gioco crea lo spazio dove il bambino si diverte, e dove egli può chiarirsi gli scontri che non riesce ad evitare. Si rende conto di se stesso e soprattutto delle sue possibilità di superamento. E’ importante per il bambino sentirsi accettato e nel gioco può capire come farsi accettare dagli altri. La metodologia osservata intende abituare i bambini a superare le difficoltà e a non aspettare che siano gli adulti a dispensare soluzioni.

Il gioco espressivo su articola in cinque punti: 1) abituarsi a sviluppare un’idea; 2) saper scegliere; 3) saper portare contributi personali; 4) saper accogliere i contributi degli altri; 5) saper superare le difficoltà.

Il risultato nel gioco espressivo non è, come potrebbe sembrare, lo spettacolo. La conduttrice offre uno stimolo che suscita nei bambini, a livello individuale, una ricerca in merito ai propri bisogni. Le diverse opinioni sono poi esposte nel gruppo e confrontate reciprocamente. Qunado poi ognuno ha trovato la propria “funzione” nell’insieme, incomincia la fase di ricerca-gioco Le proposte-stimolo partiranno dai temi narrati, e la decisione di quale idea sviluppare sarà condivisa con i bambini.

Il gioco cooperativo
Il gioco cooperativo porta ad una sana sfida con se stessi, per superare i propri limiti a livello fisico e psicologico. Affrontano il timore ad aprirsi ad un gruppo, davanti a situazioni nuove o insolite  ; sperimentano la difficoltà nel superare ostacoli fisici e la paura del contatto fisico. Contenuti:
– Giochi di accoglienza e di conoscenza
– Giochi di movimento e di affiatamento
– Giochi di percezione sensoriale, di fiducia e di collaborazione
– Giochi di creatività e di fantasia.

Contattatemi senza impegno per maggiori informazioni.

Laboratorio Bambini dai 9 agli 11 anni

Un viaggio creativo nel mondo della mitologia: pittura, leggende e gioco. Laboratorio di pittura, narrazione, gioco espressivo e cooperativo per bambini dai 9 agli 11 anni.

DESTINATARI
Il presente laboratorio si rivolge a bambini dai 9 agli 11 anni (2° ciclo scuole elementari).
Il numero dei partecipanti prevede un minimo di 8 e un massimo di 15 (oppure di più partecipanti presso le scuole se vi è la compresenza di un insegnante di classe).

CONTESTO E SPAZI
Il presente laboratorio può essere realizzato in un locale o in un’aula sia presso le scuole materne, che presso servizi extrascolastici (ad es. Centri Culturali, biblioteche, eccetera).

TEMPI
1° modulo (Propedeutica all’utilizzo dei colori/Leggende e racconti mitologici/Gioco espressivo e cooperativo):
8 incontri di 2 ore ciascuno.
Moduli successivi (L’espressione dei colori nella mitologia/Leggende e racconti mitologici/Gioco espressivo e cooperativo):
moduli di 8 incontri di 2 ore ciascuno (vedi: la narrazione).

CONTENUTI ED ATTIVITA’
I bambini ascolteranno i racconti fantastici dei materiali che lavoreranno alla ricerca di forme nuove e creative e nel rispetto delle regole insite nella natura stessa del materiale. Ognuno, una volta terminata l’esperienza della propria creazione artistica, racconterà tutto ciò che la riguarda.

La pittura con l’acquerello
E’ importante che i bambini possano iniziare presto ad esprimere nella pittura la propria fantasia creativa prima che l’avanzare della razionalità ne attenui l’entusiasmo della scoperta.

Per sperimentare appieno il mondo cromatico bisogna partire dal colore stesso con esercizi puramente cromatici, separando l’elemento pittorico dal disegno. I bambini scoprono i fenomeni fondamentali della pittura attraverso giochi e racconti che permettono loro di immedesimarsi in modo spontaneo, ma anche profondo, negli “atteggiamenti” propri di ogni colore.

Quando i partecipanti avranno acquisito il senso della tonalità, degli spazi e degli accordi tra i diversi colori, si potrà giungere all’espressione pittorica di atmosfere ispirate alla mitologia.

1° modulo:
- Giochi di colori puri e complementari
- Accordi “caratteristici”, accordi “forti”, accordi “monotoni” di colori
- Il Cerchio dei colori
- Dipinti liberi.

2° modulo:
- Diverse atmosfere interiori suscitate dall’ascolto di leggende e racconti mitologici resi visibili attraverso i colori: dipinti guidati e dipinti liberi.

La narrazione/giochi ritmici
Nel cerchio di gruppo i bambini sperimentano canti e danze ispirate alle culture da cui provengono i racconti mitologi narrati e recitano versi anche ritmati (es.: esametri) tratti e ispirati alla mitologia.

La mitologia mondiale offre una scelta vastissima; è un prezioso patrimonio educativo, con descrizioni assai più complesse e ricche di significati rispetto alle fiabe e alle favole, e non sempre tutto finisce bene. Da essa si possono attingere anche ispirazioni per conversazioni, attività artistiche e di gioco espressivo.

Essa favorisce nel bambino la percezione e la comprensione del carattere multiculturale della nostra società, in cui coesistono diversi gruppi etnici e varie culture, come risultato di un lungo processo storico; la mitologia racconta l’origine della cultura presso un determinato popolo, la sua visione del mondo e dell’umanità ed i suoi sviluppi quale coscienza collettiva in rapporto al trascendente e al mondo concreto. Attraverso i racconti mitologici si possono scoprire le caratteristiche e le differenze che connotano un gruppo, un paese, un modo di vivere; entrare per un momento, attraverso la suggestione e la magia della parola narrata, nella vita di una terra e di un popolo.

Un altro fondamentale contributo delle leggende e dei racconti mitologici, oltre all’apporto di didattica interculturale e di vivente approccio alla storia antica, è che determinate mitologie hanno un’effetto profondamente educativo sulla personalità dei bambini dai 9 agli 11 anni.

- L’Antico Testamento
Le vicende, le parole ed i personaggi della storia biblica sono intessuti nell’evoluzione culturale dell’occidente e sono rintracciabili, oltre che nell’arte, anche nel linguaggio e in tutto il nostro mondo rappresentativo. Quanto viene trasmesso da tali racconti va tuttavia ben oltre la semplice comprensione delle proprie radici culturali; nell’Antico Testamento si tratta fortemente il tema dell’autorità e del libero arbitrio dell’uomo rispetto alla scelta tra il bene ed il male. Rispetto alle fiabe popolari, ove il bene trionfa sempre sul male, dando al bambino il messaggio di protezione e di sicurezza rispetto al suo vivere nel mondo, l’Antico Testamento, presentato con alcuni dei racconti riadattati all’età dei bambini, fa comprendere ad essi il senso della responsabilità rispetto alle azioni compiute in libertà. Non si tratta di fare morale astratta, ma semplicemente di immergersi nella narrazione, ed il bambino si immerge in vicende cariche di forza morale. I bambini reagiscono ribellandosi davanti al comportamento di Adamo ed Eva, tremando alla descrizione del diluvio, tirando un sospiro di sollievo al mancato sacrificio di Isacco, rallegrandosi per l’evento del Sinai o per il trionfo di Davide e mostrando i pugni a Golia – e in questo modo sperimentano immaginativamente, ma con distacco, una serie di problemi che, in forma più o meno consapevole, agitano il loro animo. La “nuova alleanza” che devono stabilire con le persone che li circondano, la scelta tra lo sguardo rivolto verso l’alto e il rifiuto, tra la necessità e l’arbitrio, tutto questo rappresenta la crisi che avviene solitamente intorno ai 9 anni, la nuova “età dell’opposizione”.

- La mitologia nordica
Intorno ai 10 anni si manifesta nel bambino il desiderio di affermarsi, di sperimentare la forza del proprio io; si accentua l’interiore esuberanza di vita, che si esprime anche in lotta e sfida fisica per la ricerca di autoaffermazione. Attraverso la mitologia nordica si portano immagini dei modi in cui è possibile “canalizzare”, indirizzare tale esuberanza vitale, nobilitandola, perché non diventi temerarietà. Il coraggio è una delle qualità più importanti dell’uomo, ed è attraverso di esso che ci si può contrapporre al “male”, agli ostacoli e vincerli, se esso è accompagnato da presenza di spirito e dalla magnanimità. Nella saga nordica dell’ Edda si racconta anche del “crepuscolo degli dei”, ossia la perdita della coscienza per il trascendente, permettendo così all’uomo di evolversi e di diventare indipendente. Molteplici sono i personaggi e ricchissimi sono i significati simbolici.

- Racconti mitologici dell’Antica India, dell’Antica Persia, dell’Antico Egitto, della Mesopotamia.
Tra i 10 e gli 11 anni circa il bambino si sente pronto ad essere “inserito” maggiormente nel proprio tempo, nella storia dell’evoluzione dell’umanità. A questa età sono particolarmente indicate le leggende ed i racconti mitologici di varie civiltà antiche, di cui a scuola, in storia, stanno conoscendo o avranno già conosciuto le vicende.

- Mitologia greca
Nella cultura greca emerge con chiarezza che le immagini difficilmente definibili ma tuttavia illuminanti della mitologia antica a un certo punto scompaiano dalla coscienza umana, sostituite da forme di pensiero delineate più nettamente. Il bambino tra i 10 e gli 11 anni si identifica con entusiasmo negli eroi greci, che si rivelano più pieni di passioni, impulsivi di quelli indiani, ad esempio e, seppur ancora guidati in parte dagli dei nelle loro azioni, essi affrontano le prove e le avversità in modo più indipendente, attraverso il ragionamento, la logica.

Lo sviluppo approfondito, e non accennato, delle mitologie qui sopra menzionate richiederebbe l’articolazione in moduli per ogni punto:
1° modulo
: Leggende tratte dall’Antico Testamento (età indicativa: terza elementare).
2° modulo
: Saghe nordiche (età indicativa: quarta elementare).
3° modulo: Racconti tratti dalla mitologia dell’Antica India, Persia, Egitto e Mesopotamia (età indicativa: quarta e quinta elementare).
4° modulo
: Mitologia greca (età indicativa: quinta elementare)

Il gioco espressivo
Nel contesto di questo laboratorio, il gioco espressivo-drammatico si propone come situazione di collaborazione reciproca tra adulto e bambino, ove entrambi possano sentirsi attivi. Non si tratta di una attività solo puramente ricreativa; è un mezzo di espressione e di comunicazione.Il gioco espressivo serve ad arricchire e stimolare il suo sviluppo e lo aiuta ad esprimere se stesso, anche in presenza ed in rapporto con il gruppo.

Il gioco espressivo-drammatico non è una terapia psichica. Il gioco crea lo spazio dove il bambino si diverte, e dove egli può chiarirsi gli scontri che non riesce ad evitare. Si rende conto di se stesso e soprattutto delle sue possibilità di superamento. E’ importante per il bambino sentirsi accettato e nel gioco può capire come farsi accettare dagli altri. La metodologia osservata intende abituare i bambini a superare le difficoltà e a non aspettare che siano gli adulti a dispensare soluzioni.

Il gioco espressivo su articola in cinque punti: 1) abituarsi a sviluppare un’idea; 2) saper scegliere; 3) saper portare contributi personali; 4) saper accogliere i contributi degli altri; 5) saper superare le difficoltà.

Il risultato nel gioco espressivo non è, come potrebbe sembrare, lo spettacolo. La conduttrice offre uno stimolo che suscita nei bambini, a livello individuale, una ricerca in merito ai propri bisogni. Le diverse opinioni sono poi esposte nel gruppo e confrontate reciprocamente. Quando poi ognuno ha trovato la propria “funzione” nell’insieme, incomincia la fase di ricerca-gioco.

Le proposte-stimolo partiranno dai temi narrati, e la decisione di quale idea sviluppare sarà condivisa con i bambini.

Il gioco cooperativo
Il gioco cooperativo porta ad una sana sfida con se stessi, per superare i propri limiti a livello fisico e psicologico. Affrontano il timore ad aprirsi ad un gruppo, davanti a situazioni nuove o insolite; sperimentano la difficoltà nel superare ostacoli fisici e la paura del contatto fisico. Contenuti:
– Giochi di accoglienza e di conoscenza
– Giochi di movimento e di affiatamento
– Giochi di percezione sensoriale, di fiducia e di collaborazione
– Giochi di creatività e di fantasia.

Contattatemi senza impegno per maggiori informazioni.